Si sono conclusi nella tarda serata di ieri i rilievi degli uomini del nucleo provinciale della Scientifica dei Carabinieri presso l’abitazione di via Cassiopea a Marinella di Selinunte, dove ieri pomeriggi è stato compiuto l’efferato omicidio di Maria Amatuzzo, la 29enne palermitana che era sposata con Ernesto Favara, il 63enne pescatore e rigattiere selinuntino che ieri si è trasformato in uno spietato assassino colpendo ripetutamente la donna. L’uomo è stato fermato quasi subito dai militari dell’Arma che lo hanno trovato, ancora all’interno della sua abitazione, in stato confusionale, coperto dal sangue della vittima, e con ancora il coltello in mano. Dopo essere stato condotto presso la locale compagnia, l’uomo è stato poi condotto nella notte presso la casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani, dopo che ieri era stato interrogato dal Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Marsala, la dottoressa Stefania Tredici.
Il pescatore non ha risposto ad alcuna delle domande dei magistrati, avvalendosi della facoltà di non rispondere, ma in considerazione dei gravi indizi di colpevolezza, il fermo è stato trasformato in ordine di carcerazione. Nessuna spiegazione quindi sul movente che ha portato a compiere l’efferato delitto, ma la pista passionale e la decisione della donna di separarsi potrebbero essere state la molla che ha spinto l’uomo. La coppia aveva due gemelline e la donna aveva avuto altri due figli da una precedente relazione, bambini che sono stati affidati ad una comunità per minori.
La comunità dei pescatori è ancora incredula e sotto shock per il terribile fatto di sangue che ha tolto il gusto di festeggiare il Natale e che conferma ancora una volta come la nostra società sia profondamente bisognosa di un percorso di maturazione che ancora appare lontana.
In copertina la coppia Maria Amatuzzo -Ernesto Favara
in allegato Ernesto Favara
