Il Tribunale di Marsala ha emesso condanne per un totale di 50 anni e 4 mesi di carcere a carico di alcuni favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Gli imputati, tutti arrestati nelll'operazione antimafia "Ermes 3" che venne compiuta nel mese di giugno 2020, sono stati riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza di Matteo Messina Denaro.
Le condanne più pesanti sono state inflitte a Giovanni Onofrio Beltrallo, condannato all'ergastolo, e a Melchiorre Vivona, che dovrà scontare 15 anni di reclusione. Pene più lievi per Antonino Stella (9 anni e 4 mesi) e Leonarda Furnari (8 anni). Assolti dall'accusa di tentata estorsione, invece, il capomafia castelvetranese Vincenzo La Cascia e la stessa Leonarda Furnari. Per Domenico Salvatore Zerilli, invece, il procedimento è stato archiviato per prescrizione. Il PM De Leo aveva chiesto complessivamente 76 anni di reclusione per tutti gli imputati.
Per alcuni di essi, che avevano scelto il rito abbreviato, la Cassazione ha annullato 4 delle 6 condanne emesse dalla Corte d'Appello di Palermo, disponendo il rinvio per rideterminare la pena in due casi. La Cassazione ha accolto la tesi della difesa per due imputati di Campobello di Mazara Marco Manzo, 59 anni e Giuseppe Calcagno, 49 anni, stabilendo che la loro appartenenza a Cosa Nostra risalisse a un periodo antecedente al 2015, quando è entrata in vigore la legge che inaspriva le pene per i reati associativi mafiosi.
Per due imputati di Mazara del Vallo, Vito Genna e Antonino Adamo invece, le condanne sono state annullate per prescrizione.