L'estate si avvicina e con essa anche i soliti ritardi. Uno dei temi più scottanti è quello delle concessioni balneari, in tutta la Nazione. In particolare, in Sicilia, la scadenza originaria era il 31 dicembre 2023, ma un Decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente della Regione Siciliana ha posticipato la data per le concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2024. La sentenza del Consiglio di Stato, però, ha sollevato dubbi sulla legittimità di questa proroga. Ecco quanto si legge in un comunicato di Legambiente: "Tale proroga è illegittima poiché si pone in aperta violazione delle norme europee e degli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia concessioni demaniali marittime, di tutela della concorrenza e dei diritti dei consumatori, nonché in materia di tutela dell’ambiente. Non solo, nel novembre 2021 il Consiglio di Stato aveva già sentenziato l’illegittimità delle proroghe delle concessioni demaniali per violazione della direttiva Bolkenstein, recentemente ribadita dalla sentenza dello scorso 30 aprile, ma anche il TAR Catania con sentenza n.
1256 del 2 aprile 2024, passata in silenzio, ha già sentenziato che il citato decreto assessoriale deve ritenersi come “tamquam non esset” (come se non esistesse)." Nonostante ciò la Regione Sicilia ha optato per un differimento, definendolo come misura per attenuare gli effetti del problema. Legambiente Sicilia evidenza, inoltre, il problema dell'erosione costiera del consumo di suolo e del numero elevato di concessioni balneari in Sicilia che sarebbero circa 5.365, di cui 3000 già scadute nel 2023.
Un altro punto critico su cui l'associazione ambientalista pone l'attenzione è il Pudm cioè l'approvazione dei Piani di utilizzo delle aree demaniali marittime, necessarie per definire la destinazione d'uso delle coste. Molti Comuni siciliani sono ancora in ritardo con l'approvazione di questo piano. "Legambiente al contempo ricorda che in Sicilia è ulteriormente urgente dare seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 108 del 5 maggio 2022, con cui è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge regionale n.
17 del 21 luglio del 2021, che per un periodo ha consentito di rilasciare le concessioni demaniali marittime in assenza o senza la preventiva verifica di coerenza con le previsioni dei Piani di Utilizzo delle aree demaniali marittime (PUDM).- Questo si legge nel comunicato di Legambiente Sicilia- Di straordinaria importanza è la motivazione espressa dalla Consulta: tali piani svolgono un’essenziale funzione non solo di regolamentazione della concorrenza e della gestione economica del litorale marino, ma anche di tutela dell’ambiente e del paesaggio, garantendone tra l’altro la fruizione comune anche al di fuori degli stabilimenti balneari, attraverso la destinazione di una quota di spiaggia libera pari al cinquanta per cento del litorale.
La norma siciliana annullata determinava, conseguentemente, un abbassamento del livello di tutela dell’ambiente e del paesaggio nei comuni costieri."
Legambiente Sicilia chiede l'attuazione immediata dell'articolo 6 della legge regionale 32 del 2020, che prevede il commissariamento dei Comuni inadempienti entro il 30 giugno 2021: "Legambiente Sicilia pertanto torna a chiedere ancora una volta l’immediata attuazione dell’articolo 6 della legge regionale 32 del 2020 nella parte in cui prevede che l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente provveda a commissariare i Comuni che non hanno redatto e adottato il PUDM entro il termine ultimo del 30 giugno 2021, come peraltro ribadito e previsto dalla Delibera della Giunta Regionale – Presidente Schifani n. 52 del 20 gennaio 2023, rimasta totalmente inapplicata da oltre un anno."