Dopo l'ok della Giunta Regionale, il Governo Musumeci rimette nelle mani dell'ARS, prima di un passaggio consiliare, la vicenda relativa alla nascita del Comune di Misiliscemi. Le 8 frazioni che intendono infatti staccarsi da Trapani per diventare un comune autonomo, il 391° della Sicilia, sono infatti vicine a cantare vittoria. Due le principali questioni, una di ordine politico ed una di ordine pratico. Per Trapani, si tratterebbe di un colpo durissimo. Il capoluogo crollerebbe a meno di 60 mila abitanti, perdendo una porzione rilevantissima di territorio.
Potrebbe calarne anche il peso, con legittime ambizioni da parte di Marsala che già oggi è il comune più popoloso della provincia. Da un punto di vista pratico, si tratterebbe del quinto comune in una porzione di territorio molto esigua: Trapani, Erice, Valderice, Paceco e Misiliscemi. Quella che potrebbe essere una sola città, si ritroverebbe divisa in ben 5 diverse entità. Certamente una fattispecie singolare ed in controtendenza con ciò che normalmente avviene negli ultimi anni, ossia la fusione tra comuni.
L'associazione Misiliscemi ha portato avanti battaglie certamente condivisibili: spesso, per non dire quasi sempre, le aree più lontane dal centro di Trapani sono state abbandonate a se stesse. Ora, dopo il referendum, sembra che la situazione non sia più ricucibile anche se sono in molti a domandarsi che ne sarà dei servizi che il nuovo comune dovrà garantire. Molti sono dunque gli interrogativi ma una cosa è certa. Rispetto a qualche mese fa, oggi il nuovo comune è più vicino. La questione politica da risolvere per gli onorevoli regionali non è semplice ma i quasi 10mila abitanti del possibile nuovo ente attendono con ansia la decisione finale.
Emanuele Barbara