Rifiuti radioattivi in Sicilia, Assessore Pierobon: “faremo valere le ragioni dei siciliani”

Redazione Prima Pagina Campobello
Redazione Prima Pagina Campobello
05 Gennaio 2021 18:10
Rifiuti radioattivi in Sicilia, Assessore Pierobon: “faremo valere le ragioni dei siciliani”

Sull’ipotesi dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi in provincia di Trapani, com’era prevedibile si stanno susseguendo le reazioni di politici, sindacalisti e associazioni, già diverse riportate sul nostro network di informazione. Arriva adesso una netta presa di posizione da parte dell’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon (in foto copertina), che affida ai social il suo pensiero: “In tanti mi stanno contattando in queste ore per avere rassicurazioni e chiarimenti sulla scelta fatta anni fa a livello nazionale per individuare siti idonei per il deposito di rifiuti radioattivi- scrive Pierobon- Ritengo che la Sicilia abbia già dato tanto dal punto di vista ambientale e che individuare strutture del genere nell’Isola non sia per niente opportuno per tante motivazioni che faremo valere.

Entrando nel merito della questione, la procedura che si apre adesso è tecnica e si basa su criteri che sono stati decisi diversi anni fa, quando in Italia sono state classificate delle aree con l’obiettivo di ospitare i rifiuti degli impianti smantellati. Tra tutte le zone individuate come potenzialmente idonee, quelle siciliane sono ritenute meno adatte, ma questo non basta. Posso assicurare che il governo Musumeci affronterà con attenzione e responsabilità la questione, che coinvolge vari rami dell’amministrazione essendo più argomento di carattere ambientale che prettamente legato ai rifiuti, oltre a interessare la Sicilia sotto tanti altri punti di vista- conclude L assessore - Siamo già attivi e in contatto con gli enti nazionali preposti e faremo valere le ragioni dell'Isola nelle opportune sedi di confronto, sempre nell’esclusivo interesse dei siciliani.” Nelle scorse ore era arrivato il via libera, con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo e del Ministero dell'Ambiente, alla Sogin per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), del progetto preliminare e dei documenti correlati per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che permetterà di conservare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.

La Sogin è la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Sono 67 i luoghi potenzialmente idonei (non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche) a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi individuati in sette regioni: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nella Tavola generale allegata alla Cnapi sono indicati anche i Comuni interessati nelle sette regioni.

Con il via libera alla Carta, "parte la fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all'esito della quale si terrà, nell'arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale". Sarà questo "l'avvio del dibattito pubblico vero e proprio - spiega il ministero dell'Ambiente - che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere".

Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un'area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco, come spiega il ministero dell'Ambiente. Il deposito avrà "una struttura a matrioska"; all'interno ci saranno "90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle", in cui "verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all'interno i rifiuti radioattivi già condizionati".

In totale saranno "circa 78mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività" a essere ospitati. L'investimento complessivo è di circa 900 milioni di euro e si stima che genererà oltre 4.000 posti di lavoro l’anno per 4 anni di cantiere, diretti (2.000 fra interni ed esterni), indiretti (1.200) e indotti (1.000). Francesco Mezzapelle

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