Vaccino anti-covid, arrivate nuove forniture in Sicilia. Modifiche al piano vaccinale

Redazione Prima Pagina Campobello
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04 Febbraio 2021 17:15
Vaccino anti-covid, arrivate nuove forniture in Sicilia. Modifiche al piano vaccinale

La compagna di vaccinazione anti-covid non si ferma. Tra ieri e oggi sono state consegnate all’assessorato alla Salute della Regione Siciliana altre forniture di vaccino anti Covid19, da parte delle case farmaceutiche Pfizer e Moderna, rispettivamente 35.100 e 5.400 dosi per un totale di 40.500. Si riparte così dopo un periodo di sosta in attesa delle nuove forniture. In Sicilia, alla data di ieri 3 febbraio, la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari all’1,55%, al sesto posto tra le regioni in Italia dove si registra una media dell’1,36%.

La percentuale di dosi somministrate al “personale non sanitario” nell’isola è pari al 20%. Intanto la cabina di regia stato regioni ieri ha valutato una modifica al piano vaccinale. Ferme le priorità si punta ad usare anche i nuovi sieri che potrebbero essere presto resi disponibili. Così come chiesto dai governatori verranno inviate più dosi alle regioni con una maggiore platea di anziani da vaccinare ma ciò avverrà soltanto da metà febbraio. Il governo prevede sette milioni di italiani immunizzati entro aprile, oltre a quelli già vaccinati nella fase uno.

E dalla prossima settimana, oltre agli over 80 e alle persone fragili e con vulnerabilità, si parte anche con insegnanti, personale scolastico, forze dell'ordine, detenuti e personale delle carceri. A queste categorie, per le persone con meno di 55 anni, andrà il vaccino di AstraZeneca la cui prima fornitura è attesa per lunedì. «La campagna di vaccinazione resti fuori da crisi e da contese politiche. È la cosa più importante per tutto il Paese», ha detto il ministro Speranza. Intanto dall’Agenzia italiana del farmaco arriva il via libera all’uso di due diversi tipi di farmaci ottenuti dalle cellule monoclonali.

Una cura che potrà essere somministrata solo in alcuni casi molto gravi e dunque limitata ad un gruppo ristretto di pazienti. Insomma, si corre e si valutano anche altre opzioni per recuperare il tempo perduto e vaccinare entro l’autunno buona parte della popolazione italiana.

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